Alla scoperta dei Torii
  Origine mitologica... la leggenda
Riferimento Kojiki
Quando Amaterasu (la dea del Sole), si rinchiuse nella caverna per sfuggire al pestifero fratello Susanoo causando un'eclissi, le persone, timorose di non rivedere più la luce, piazzarono su un grosso trespolo di legno per uccelli, tutti i galli della città. Il loro continuo chicchiriare la incuriosì a tal punto da farla sbirciare fuori dalla caverna. Approfittando del varco aperto un grande lottatore di sumo aprì completamente l'ingresso, spingendo via la roccia e permettendo alla luce del Sole di illuminare ancora la Terra. Quel trespolo divenne il primo Torii. Da allora, il Torii, è considerato un simbolo di prosperità, buona fortuna e si diffuse in tutto il Giappone.
 
  Influenze culturali e origine storica
Si pensa che i primi torii si siano sviluppati in Giappone. Scritti antichi attestano la loro presenza nel X° secolo (periodo Heian). L'origine dei Torii sembra debba essere avvicinata a quella dei Torana buddisti o induisti, in India ed in Nepal.
L'impiego dei Torii potrebbe essersi evoluto gradualmente. I templi originariamente dovevano essere delimitati da quattro pali, uno ad ogni angolo; una fune tesa tra i pali segnava così il limite fra il luogo sacro e l’area circostante. Due pilastri più grandi sono stati successivamente aggiunti nel lato di accesso al tempio; la corda  sarebbe stata così allungata tra questi due pilastri, per permettere inoltre ai sacerdoti di entrare (di tali esempi sono ancora visibili oggi, in particolare al tempio di Oomiwa, prefettura di Nara). Tale fune venne poi sostituita da una traversa in legno e per rinforzare la struttura, nell' insieme, se ne aggiunse poi un altra.
La struttura trittica così ottenuta è un Torii dritto tipo Shimei .
La fune tesa tra i quattro pali d'angolo si è ugualmente evoluta per diventare, più generalmente, un recinto in legno.
 
Esempi di Torana

   

    

 
Oomiwa - Nara