Sezione realizzata da Nicole Monfardini

IL POTERE DEL DAIMOKU: NAM-MYOHO-RENGE-KYO
La mistica legge dell’universo

Quando una persona è illusa è chiamata comune mortale, ma una volta illuminata è chiamata Budda. Una mente annebbiata dalle illusioni derivate dall’oscurità innata della vita è come uno specchio appannato, che però, una volta lucidato, diverrà chiaro e rifletterà l’illuminazione della verità immutabile.
Questa verità è Nam-myoho-renge-kyo, il cui significato letterale è: “Dedico la mia vita alla mistica Legge del Sutra del Loto”. Myoho-renge-kyo è la traduzione in cinese antico del titolo del “Sutra del Loto della Legge mistica”, il testo che è ritenuto la raccolta dei più alti insegnamenti del Budda Shakyamuni. La parola Num fu aggiunta in seguito da Nichiren Daishonin (1222-1282) e corrisponde all’abbreviazione di Namu che significa onore, lode, devozione. E’ interessante notare come l’unione di Namu, in sanscrito, derivante dallo stesso ceppo linguistico di tutte le lingue indoeuropee, quindi occidentali, e Myoho-renge-kyo, in cinese classico, da cui traggono origine le lingue orientali, esprima l’universalità della Legge, valida per tutto il genere umano indipendentemente dalle differenze culturali.
Recitare regolarmente l’invocazione Nam-myoho-renge-kyo, che non ha niente a che vedere con la superstizione o l’auto-suggestione, ci fa tornare in sintonia con la Legge della vita, la formula essenziale che racchiude il ritmo dell’universo, la pulsante energia che è alla base di tutti i fenomeni, come un suono ripetitivo che fa vibrare una corda nascosta dentro di noi, permettendoci il raggiungimento della felicità e un’influenza positiva sul nostro io e su quello altrui.
Myo è la misteriosa natura della nostra vita, una realtà inafferrabile che trascende sia le parole che i concetti dell’esistenza e della non-esistenza. Ho (letteralmente Dharma o Legge) indica tutte le manifestazioni perennemente mutevoli della vita che non sono mai separate dalla realtà fondamentale. Da qui Myo-ho: Myo significa morte e Ho vita. Ogni cosa nasce e muore, passa dall’esistenza alla non-esistenza, dal visibile al non-visibile, ma la sua entità rimane invariata, in un ciclo infinito, dove niente perisce ma tutto si trasforma. Secondo il Buddismo, infatti, la morte è solo un temporaneo ritirarsi nello stato di latenza necessario per ricaricarsi dall’energia utile a tornare in vita.
Renge (il fiore di loto) simboleggia la Buddità che emerge nella vita dei comuni mortali immersi nelle sofferenze e nelle illusioni. Questo fiore infatti, simbolo di purezza, sboccia solo nell’acqua fangosa degli stagni. Lo stesso vale per gli esseri umani, che solo grazie alle difficoltà quotidiane possono raggiungere l’illuminazione. Ma soprattutto Renge rappresenta la simultaneità di causa ed effetto, essendo l’unica pianta che produce fiore e frutto allo stesso tempo, e ci insegna che quel che siamo o quel che ci accade è sempre riconducibile a una causa che sta dentro di noi e che, proprio per questo, possiamo mutare in meglio, una volta che si dispone del mezzo appropriato. Il Buddismo assicura che il destino è nelle nostre mani, lo creiamo noi stessi ponendo continuamente cause che prima o poi tornano sotto forma di effetti, il cosiddetto Karma.
Kyo rappresenta l’ordito di un tessuto. Un filo che attraversa la trama, tesse l’intreccio complesso dei fenomeni vitali nel cosmo. Ma questa parola è associata principalmente al suono, alla vibrazione, alla sinfonia della vita universale.
“Infiniti significati derivano da un’unica Legge”, diceva Siddharta. Myo è l’energia; ho sono i fenomeni, gli eventi visibili; renge è la dinamica del loro reciproco influenzarsi, kyo è il suono, la vibrazione che si dipana, la musica impalpabile in grado di generare sensazioni, emozioni concrete, felicità illimitata.
Testi estratti da:  http://www.sgi-italia.org/buddismo/nmrk.html    Buddismo - Nange-Myoho-Renge-Kyo  | SGI-ITALIA