Testi e immagini tratte dal sito   Free Zen   www.freezen.it
per gentile concessione del Sig. Roberto Villa


Lo Zen arriva in Giappone
Nel 1191 quando il monaco giapponese
Myoan Eisai (1141-1215) tornò dalla Cina, dopo essere diventato maestro Zen, il buddhismo in Giappone era già presente da diversi secoli.
L'aristocrazia di corte dell'epoca non era interessati a questa nuova via a causa della mancanza di ritualità, della severa disciplina e della scarsa propensione alla speculazione filosofica.
L'emergente nobiltà guerriera trovò invece nello Zen, con la sua visione neo-confuciana del mondo, la propria dottrina.
La risposta pronta e intuitiva del koan, il concetto secondo il quale una mente istruita era per certi versi, più un impedimento che un vantaggio, la disciplina, erano caratteristiche molto vicini agli ideali del samurai.
Così Eisai fu chiamato a condurre un tempio di Kamakura, la capitale dell'epoca fondata in un campo militare.

Nel 1227 un altro maestro giapponese di ritorno dalla Cina portò lo Zen della Scuola Caodong (in giapp. Soto).
Dogen Kigen cercò di rendere lo Zen accessibile a tutti gli strati sociali, scrisse diversi saggi divulgativi in giapponese (allora la lingua usata dalla cultura era il cinese).
Dogen fondò il suo primo tempio, il Kosho-ji a Kyoto, dove in breve tempo divenne conosciuto.
Fu spesso osteggiato da altre scuole buddhiste e fu costretto a trasferirsi più volte.
Nel 1243 fondò Eiheiji (Il tempio della Felicità), uno dei due templi più importanti del Soto Zen giapponese.
La sua dottrina basata principalmente sullo zazen, che si richiama nuovamente all'essenza dell'insegnamento originario, voleva essere più pragmatico e libero da ogni sovrastruttura.

Lo Zen diventa giapponese
Si dice che Dogen fu il padre dello Zen e il suo successore
Keizan Jokin (1268-1325) la madre.
A lui si deve infatti il merito di aver ordinato gli insegnamenti di Dogen, secondo una struttura ancora più vicina alla mentalità nipponica, dando un'identità più nitida, così come noi la conosciamo, allo
Zen Soto.
Lo Zen cominciò a diffondersi per il Giappone e spesso i governanti avevano come consiglieri dei monaci Zen.
Ishan Yinin (Issan Ichinei 1247-1317), monaco cinese Chan rifugiatosi in Giappone, portò la sua profonda conoscenza della filosofia neo confuciana che ispirò alla classe militare nuovi modello di governo.
Il maestro
Muso Soseki (1275-1351) suggerì allo Shogun Ashikaga Takauji, la costruzione di un tempio Zen in ognuna delle 66 provincie, e lo Zen Rinzai diventò la religione ufficiale



Sogaku Harada

Dal XV al XX secolo
Verso la fine del XV secolo, alla morte dello Shogun Yoshimasa, il Giappone conobbe un periodo di decadenza, Kyoto allora capitale, fu abbandonata, molti monasteri furono saccheggiati e distrutti.
I monaci si trasferirono in molti villaggi nelle varie provincie, diffondendo maggiormente lo Zen anche nelle fasce basse della popolazione.
Quando il generale Hideyoshi salì al potere, nel paese iniziò un periodo di prosperità, la cultura giapponese rifiorì e molte arti furono ispirate agli ideali Zen di essenzialità, immediatezza e spontanea bellezza.
Tra le arti più in auge vi fu la cerimonia del té. Se no Soeki detto Rikyu (1521-1591), maestro Zen e consigliere dello shogun, elevò la cerimonia del té da occasione sociale ad una Via (Chado) e contribuì molto a renderla popolare.

All'inizio del periodo Edo (1615-1868) la classe dominante cominciò a distogliere l'interesse per il Buddhismo Zen, preferendolo al neo-confucianesimo, ispirandosi ai suoi modelli culturali e sociali.
Lo Zen, non più supportato, iniziò un lento periodo di decadimento.
Ma vi furono monaci riformatori che furono in grado di portare il loro insegnamento alle fasce più basse della popolazione, contadini e artigiani, rendendo lo Zen più semplice e più diretto.
Tra questi vi fu il maestro Zen Rinzai >Hakuin Ekaku (1685-1768) che seppe dare allo Zen un rinnovato vigore, rivitalizzò il sistema dei koan e attirò studiosi da tutto il paese.
All'inizio di questo secolo >Sogaku Harada (1871-1961) diede un ulteriore impulso alla pratica e all'insegnamento dello Zen, unendo il meglio delle due tradizioni, Rinzai e Soto e fondendola in un unica scuola che annovera a tutt'oggi centri in tutto il mondo.